Carmilla
è il romanzo più noto dello scrittore irlandese Sheridan Le Fanu. Da
appassionata di letteratura inglese, ho amato questo breve romanzo, dal quale
si possono ricavare molteplici spunti di riflessione. Basti pensare che Carmilla
è stato uno tra i principali testi che ho trattato per la mia tesi di laurea,
incentrata sulla figura della donna vampiro nella letteratura inglese.
Pubblicato
nel 1872, Carmilla ha come protagonista la prima vera vampira nella letteratura
inglese. Se l’elemento vampiresco rappresentava, già di per sé, qualcosa di
estremamente evasore per i canoni dell’epoca, ancora più sconvolgente è la
rappresentazione di un amore omosessuale. L’omosessualità in epoca vittoriana
era considerata un mostro da debellare e per questo motivo calza a pennello la
associazione con una creatura mostruosa alla guida di questo rapporto d’amore
giudicato malsano. La bellissima Carmilla si innamora di Laura, stravolgendole
la vita. La sua esistenza, infatti, subirà una grande svolta dal momento in cui
incontra Carmilla. La vampira ha assunto nel corso dei secoli diverse identità
che si intrecciano alla vita di Laura, come ad indicare che il loro incontro è
determinato dal destino. Laura scopre la sua vera natura, che la porta ad amare una
donna infrangendo tutti i limiti imposti dalla società vittoriana. Si tratta di una società che la
vuole moglie e madre. Laura non sarà mai nulla di tutto ciò perché Carmilla,
con il suo bacio fatale, l’ha resa simile a lei, l’ha legata indissolubilmente
a lei. Il loro legame, sebbene fisicamente interrotto, non è reciso. Laura
porterà sempre dentro di sé Carmilla, che le ha donato la consapevolezza di se
stessa. Carmilla è la minaccia da debellare, è la donna che comincia a imporsi
come essere indipendente e libero e rischia di contagiare anche altre donne.
Questo è ciò che accade nel romanzo, Carmilla riesce a liberare Laura, spazzando
via secoli di soprusi e di segregazione femminile. La morte di Carmilla non è
sufficiente a spergiurare il pericolo in quanto la vampira ha lasciato il
testimone a Laura. L’autore ha probabilmente lasciato intendere che la morte di
Carmilla non è stata vana, in quanto ha permesso la continuazione di un
percorso volto alla completa emancipazione della donna.
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