lunedì 23 febbraio 2015

La donna in bianco di Wilkie Collins

The Woman in White (La donna in bianco) è un romanzo dell’autore inglese Wilkie Collins, pubblicato a puntate sulla rivista fondata da Charles Dickens “All the Year Around” nel 1860. Con questo romanzo si è aggiudicato il titolo di “padre del genere poliziesco”.




Walter Hartright è un maestro di disegno, ingaggiato dal facoltoso Mr Fairle per insegnare l’arte a sua nipote Laura e alla sorellastra della stessa, Marian. Tra Hartright e Marian si instaura subito una sincera amicizia, ma i due si dovranno separare a causa di Laura. Hartright è innamorato di Miss Fairle (Laura), ma lei è già promessa al baronetto Percival Glyde. La bellissima Laura somiglia fortemente a una giovane donna che Hartright incontrò a Londra, una donna vestita di bianco. La donna è Anne Catherick, riuscita a fuggire dal manicomio in cui era rinchiusa da anni. Laura si sposa con Glyde, interessato solo alla eredità della moglie. Egli ha un segreto che vuole mantenere a tutti i costi e ha come complice un italiano fuggiasco, il Conte Fosco, bisognoso anche lui di denaro. Marian vuole scoprire a tutti i costi il segreto di Mr Glyde e annota sul suo diario ogni stranezza, veste i panni di una investigatrice segreta. Marian si differenzia dalla donna vittoriana per la sua intraprendenza e curiosità. Non teme né Glyde, né l’ambiguo Fosco. Durante la permanenza delle sorelle presso la tenuta del baronetto, Anne riesce a stabilire un contatto con Laura. La ragazza vestita di bianco vuole mettere in guardia Laura da suo marito, anche in onore dell’affetto che nutriva per la signora Fairle, madre delle due sorelle. Quale sarà questo mistero che avvolge la figura di Glyde?Qual è l’interesse di Anne Catherick? E i coniugi Fosco che ruolo svolgono nella vicenda? 
La ricerca di Marian ad un certo punto sarà integrata da quella di Hartright, che sembrava aver abbandonato la scena. Hartright, riuscirà a fare luce sul mistero, anche rischiando la sua stessa vita. Senza mezzi, non potendo contare sulla legge, riesce a scoprire la verità. Riesce anche a trovare le prove necessarie a testimoniare che Glyde e Fosco hanno commesso un grave delitto. Hartright non si arresta mai, vuole rendere giustizia alla sua amata Laura sempre con l’ausilio della tenace Marian. 

Questo romanzo epistolare è particolarmente lungo rispetto alla quantità di informazioni che contiene, ma il motivo è sicuramente da addurre al fatto che fosse pubblicato a puntate. Il romanzo doveva essere necessariamente lungo affinché l’autore potesse guadagnare di più, ma doveva essere particolarmente interessante per i lettori. Questa storia è perfetta per l’intento, perché c’e la giusta dose di suspance e mistero. Il lettore, pagina dopo pagina, spera sempre che il mistero venga finalmente svelato. L’autore è stato abile nel far aspettare i propri lettori, senza farli annoiare grazie all’inserimento qui e lí di qualche indizio. Sicuramente da questa lettura non ci si può aspettare chissà quale “brivido”, ma devo riconoscere che per l’epoca deve essere stato qualcosa piuttosto evasore. Sinceramente, avrei preferito che si concludesse prima, perché molte pagine non apportano nessuna informazione utile alla trama. Ripeto però che si tratta di un romanzo che uscì a puntate, quindi giustifico il povero Wilkie!
I personaggi che mi sono piaciuti di più sono Marian e Hartright, entrambi per la loro tenacia, desiderio di arrivare fino in fondo e per come si prendono cura di Laura. Marian e Laura sono una l’opposto dell’altra, una non dotata di bellezza e mora, l’altra bellissima e bionda. I romanzi vittoriani sono colmi di opposizioni e doppi. Laura è anche il doppio di Anne, che vestita di bianco rimanda alla figura dell’angel in the house. Laura è la tipica donna vittoriana, angelica e indifesa. 

Consiglio la lettura a chi non teme romanzi lunghissimi, a chi non è precipitoso e sa pazientare per poter sciogliere l’intreccio. In generale mi è piaciuto, ma sinceramente non mi ha entusiasmato come altri romanzi del periodo!